Articolo pubblicato sul quotidiano L’Attacco il 24 marzo 2020 a cura della dott.ssa Francesca Scarano.
Bergamo, un territorio a cui mi sento profondamente legata, che ha accolto ArsCorporea, il centro di psicoterapia corporea integrata che ho fondato e dirigo con la cara collega, dott.ssa Samantha van Wel. Una terra con gente dal sorriso gentile, che affiora con calma e dal cuore caldo, al di la’ dei luoghi comuni. Un cuore provato in questo momento, da un dolore intenso tanta quanta la paura, lo sconforto, l’angoscia, la tristezza. “Bergamo # mola mia” è lo slogan che gira in questo periodo nel territorio bergamasco, affisso anche su un hotel in costruzione in città, che si riferisce al “non molliamo mai” dei bergamaschi. Questo popolo, caratterizzato da un grande senso del dovere e da un’enorme forza di volontà anche in quest’occasione tiene duro e affronta questa situazione di emergenza con fiera dignità, con forza d’animo, solidarietà e tenacia esemplari. Nonostante il dolore strazi il cuore. Già, perché è difficile non avere un parente o conoscente che non sia ammalato o sia mancato e perché, come tutti sappiamo, qui non bastano più le bare e non ci sono posti per le salme, perchè il giornale locale conta ogni giorno dieci pagine dedicate ai defunti, perché i i luoghi di cura sono stremati, il personale sanitario tenta miracoli con tutte le forze e risorse disponibili, perché ‘’il silenzio è cosa viva’’ come ci ricorda Livia Chandra Candiani, in questo caso vivo e colmo di emozioni sotto pelle e rotto continuamente dal suono delle ambulanze, dagli elicotteri che si alzano in volo dagli ospedali e che ricordano quante persone stanno lottando tra la vita e la morte. Quante persone rischiano di non respirare più. E quanti, troppi, non ce la fanno.
Che strano, abbiamo vissuto con il respiro corto o quasi in apnea per la fretta e le troppe cose da fare e poi arriva un virus che rischia di soffocarci e di annientare il soffio vitale che permette la vita.
Abbiamo vissuto nella corsa ai consumi e al denaro e ora non possiamo più consumare e il denaro scarseggerà; ci siamo smarriti nell’egoismo e nell’individualismo e ora riscopriamo la potenza della connessione anche a distanza e la bellezza di piccoli gesti di affetto e solidarietà. Abbiamo navigato nell’isolamento rispetto agli altri o in relazioni superficiali ed ora il virus ci mette di fronte alla necessità di occuparci anche degli altri, con senso civico e con uno sguardo empatico e responsabile che travalica il nostro piccolo “orto” e la nostra comfort zone. Abbiamo sfruttato e inquinato brutalmente il pianeta e adesso siamo stati immobilizzati dal virus e i tassi di inquinamento, guarda caso, stanno scendendo.
Chissà se è un caso o no.
‘’Mi sveglio di notte e quando sento la sirena delle continue ambulanze che sfrecciano per la città non riesco a dormire, l’ansia mi assale e mi si stringe lo stomaco’’ mi racconta una delle pazienti che sto seguendo tramite sedute online. Abbiamo trovato, sotto suggerimento dell’Ordine degli Psicologi e nel rispetto del Decreto questa modalità che ci consente di continuare ad essere di supporto ai nostri pazienti. In più abbiamo creato un servizio di sostegno psicologico online proprio dedicato all’emergenza Coronavirus.
‘’Ho paura, paura di morire o che qualcuno dei miei affetti muoia”; “L’isolamento mi solleva angosce di solitudine, temo di non farcela”; “Anche in casa sto a un metro di distanza da mio marito, abbiamo paura di contagiarci”; “Mi manca tremendamente il mio fidanzato che non posso più vedere“; “Faccio attenzione ad ogni segnale del corpo e anche solo un mal di pancia mi manda nel panico, ho paura di ammalarmi”; “Ho il terrore di contagiare i miei nonni e i miei genitori”. Ecco alcune frasi che ascolto in questi giorni e che danno la misura di quanto l’emergenza Coronavirus abbia stravolto l’equilibrio psicologico di molte persone. Un terremoto emotivo che ha scosso ogni presunta certezza: salute, abitudini, affetti, lavoro, libertà di movimento e la vita stessa. La terra trema sotto i piedi. Tutto è incerto e siamo apparentemente impotenti di fronte a ciò che sta accadendo.
Ma forse lo siamo meno di ciò che pensiamo.
È tempo di restare a casa, è tempo di agire in modo concreto un senso di responsabilità condivisa che in assenza di abbracci reali ci faccia sentire stretti in un enorme abbraccio comunitario, in un cerchio solidale in cui ci teniamo per mano nella nostra fragile e umile umanità, in una connessione più profonda con noi stessi e con la Terra sofferente che ci ospita.
Non abbiamo più strategie di fuga e forse questa situazione così difficile può trasformarsi in un’opportunità.
L’occasione è quella di diventare intimi con noi stessi ed attraversare quelle zone profonde che tentiamo ad ogni costo di negare nella nostra vita o frenetica e compulsiva o anestetizzata da un ozio divorante, di fare amicizia con la nostra solitudine, di tornare a godere del piacere sacro delle piccole cose e di quegli attimi di grazia e di gioia che possono sgorgare quando ci permettiamo di tornare all’essenza di noi, in uno spazio silenzioso al centro del nostro cuore. L’occasione è tornare agli affetti veri ed essenziali, ad apprezzare con gratitudine ogni singolo istante della nostra Vita perché la vita è bella anche solo perché è Vita e se davvero ci fermiamo e ci raccogliamo in un ascolto meditativo di noi, la sentiamo pulsare in ogni cellula del nostro corpo. L’occasione è di tornare ad una piena presenza al posto che vivere come fantasmi addormentati ed abitare uno stile di vita più vero, naturale, amorevole e rispettoso. L’opportunità è guarire un biosistema che tutti insieme abbiamo contribuito a far ammalare gravemente e che ora urla a gran voce il bisogno di ripristinare un’omeostasi vitale per la sopravvivenza. E tutti insieme, uniti e responsabili siamo chiamati a guarirlo, guarendo innanzitutto noi stessi. Un vecchio equilibrio malato di una sorta di biopatia cronica doveva forse morire ed il mio augurio è che, con i piedi per terra e il cuore aperto, respiro dopo respiro, si possa responsabilmente rinascere ad un nuovo equilibrio più sano, naturale, amorevole ed essenziale.
Proviamoci. E proviamoci subito. Restiamo a CASA, “la nostra casa è il corpo ed il corpo siamo noi” ( Alexander Lowen). FORZA a chi sta vivendo momenti bui, FORZA al personale sanitario in prima linea in questa emergenza, FORZA Bergamo e FORZA Italia! Quanto a noi che stiamo bene per ora, non apprezzare la bellezza del nostro stato di salute sarebbe un peccato. Lo sarebbe ancor più non agire in modo responsabile.