Dalla trappola del dover essere alla libertà di diventare se stessi.
Tutti si scagliano contro l’egoismo come se fosse possibile sopravvivere senza. Da biasimare è solo il suo eccesso.
Alessandro Morotti
‘I miei genitori sono malati e anche se mi logora occuparmi di loro, anche se finiscono per maltrattarmi e umiliarmi quando li vedo, io non riesco a sottrarmi a questa spirale negativa’. ‘ Io non sento più nulla per lui, questo rapporto mi prosciuga, mi consuma, mi toglie tutte le energie e io non sento lo spazio per potermi esprimere ed essere me stessa perché non vengo accettata nella mia natura ma solo svilita, accusata, una continua critica. Eppure mi sentirei egoista se lo lasciassi perché so che lui ha bisogno di me per star bene, è già così tanto depresso.’
‘Avrei tanto bisogno di un po’ di tempo per me ma non posso concedermelo. I miei figli se io vado via come faranno?’
‘Non ho voglia di investire in questa carriera, non mi piace neanche un po’, ma non posso deludere mio padre che ci ha creduto tanto, ne morirebbe’.
Potrei andare avanti all’infinito nel riportare esempi che riportano la diffusa tendenza a sentirsi egoisti o addirittura immorali nel momento in cui non ci si sacrifica per gli altri. La paura di attraversare un senso di colpa divorante se ci sottrarremo, il timore del giudizio altrui, il terrore che se saremo noi stessi e ci occuperemo anche dei nostri bisogni l’altro andrà via o ancor peggio che l’altro sta con noi solo perché riceve qualcosa in cambio, ci portano a camuffare sotto le mentite spoglie di un falso altruismo la paura che in realtà abbiamo di coltivare quel sano egoismo che ci permetterebbe di prenderci cura di noi e di assumerci la responsabilità di chi vogliamo essere e di cosa desideriamo realmente.
Abbiamo spesso una visione dell’egoismo come di qualcosa che è esclusivamente negativo, a seguito del quale, tutti presi dal soddisfacimento totale dei nostri bisogni a scapito degli altri ci trasformiamo in generatori di sofferenze indicibili.
Ma siamo certi che egoismo sia sempre anti-altruismo?
Siamo sicuri che sacrificarci per aiutare gli altri o sopprimere la nostra natura e i nostri bisogni e desideri sia di aiuto a noi e a chi pensiamo illusoriamente di aiutare?
Se ciò che mostriamo fuori è così in contrasto con ciò che proviamo dentro siamo sicuri che qualcuno ne gioverà,noi stessi inclusi?
Presumibilmente questo conflitto renderà noi arrabbiati, frustrati, depressi e soffocati e chi è attorno a noi non potrà che respirare questo veleno mascherato da un’apparente generosità. Una gran bella trappola!
Se ci facciamo del male come potremo far del bene a qualcuno? Come potremo prestare aiuto? Ben presto saremo noi ad averne necessità,consumati da un dare non sentito o eccessivo rispetto al nostro limite di tolleranza e o al restare attaccati a qualcuno o qualcosa che non va più bene per noi.
Se provassimo invece a prenderci cura anche di noi, se ci impegnassimo a coltivare la migliore versione di noi da portare nel mondo, probabilmente aiuteremmo, anche solo per contaminazione, molte più persone di ciò che immaginiamo e soprattutto vivremo in pace con noi.
Semplice o banale che sia, potremo donare o donarci agli altri solo se avremo regalato a noi stessi rispetto e amore.
E allora…
Sii più tollerante con te stesso. Abbi più pazienza. Regalati più tempo. Amati. Perdonati. Apprezzati. Coccolati. Prenditi cura di te. Non avere più’ paura di deludere gli altri. Tu sei come sei tu, e ne hai tutti i diritti. Sii orgoglioso di te. Sei la cosa più bella e preziosa che c’è al mondo. Alla fine trasmetterai agli altri quello che senti per te. Il tuo amore per te si trasforma in un prezioso dono per gli altri.