Lavorare sulle memorie prenatali è un dono prezioso nel percorso terapeutico.
Spesso credenze limitanti e autosabotanti che ci portiamo dietro da una vita e che condizionano il nostro modo di reagire emotivamente ad alcuni eventi e ci imprigionano in loop e copioni di vita ripetitivi possono arrivare proprio da quell’epoca precocissima e delicata della nostra esistenza.
“Non sono amabile”, “Sono difettoso/a”, “Devo essere perfetto/a”, “Non posso essere me stesso/a”, Devo fare tutto da solo/a”, “Sarò stimato/a solo se svolgo una funzione per qualcuno”, “Non valgo” e così via.
È il caso di Luce (nome di fantasia) che partendo dall’esplorazione delle sue numerose storie fallimentari con uomini particolarmente centrati su se stessi e poco inclini ad un amore stabile, scopre di essere “pilotata” da una mente automatica che le dice che non è amabile, in quanto difettosa e priva di valore e dunque non meritevole di un amore sano.
Immergendosi nelle memorie del grembo materno arrivano immediatamente dolore e tristezza, la percezione profonda di non sentirsi protetta e al sicuro.
Sente che sua madre è infelice e che inconsciamente le viene chiesto di colmare il suo vuoto interiore, di svolgere una “funzione” per lei.
Percepisce una forte attivazione interiore nel suo viaggio dentro il grembo, un impulso che le fa sentire che deve aiutare sua madre, prendersi cura della sua infelicità e che quindi lei, Luce, non ha diritto di ricevere amore, sicurezza e protezione perché i bisogni della sua mamma sono più urgenti.
Il lavoro bioenergetico, integrato al metodo Fast Reset (ideato da Maria Grazia Parisi) e all’attivazione di un’energia “superiore” che sostiene e facilita la guarigione di antiche ferite, creano, per quella che è la mia esperienza, una meravigliosa tela sulla quale, una volta “disinstallata” la memoria traumatica e il correlato freezing, è possibile dipingere nuove ed infinite possibilità e tornare a fluire liberi da quell’antico condizionamento.
La neuroscienziata Candace Pert, in “Molecole di emozioni” ci ricorda che ogni parte del corpo è un contenitore di memorie che possono tornare alla luce della consapevolezza nel momento in cui sciogliamo i nostri blocchi psico-neuro-muscolari, permettendoci di trovare soluzioni nuove, luminose e creative a vecchi problemi, automatismi e copioni di vita dolorosi e ripetitivi.
Quando avviene un profondo scioglimento della radice mentale, emotiva e corporea rimasta congelata sotto le nostre reazioni adattive e difensive e causa di credenze limitanti e sabotanti, queste antiche memorie emozionali tornano alla luce della consapevolezza e si reintegrano, modificando anche le nostre credenze mentali e quindi il nostro modo di muoverci nel mondo, relazionarci, amare e vivere!
Le conseguenze legate all’evento evaporano in modo naturale, le sbarre illusorie della prigione interiore in cui eravamo rinchiusi si dissolvono e arriva finalmente un senso di liberazione che sa di nuovi orizzonti e rinnovato amore per sé.